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La corretta alimentazione dell’anziano è sempre basata sui criteri fondamentali della dieta mediterranea e non è troppo dissimile dall’alimentazione “ideale” dell’adulto sano.

Un’alimentazione equilibrata è indicata in ogni periodo della vita: tale raccomandazione è a maggior ragione valida nella terza età per garantire longevità e salute e ridurre il rischio d’insorgenza di malattie infettive, cardiovascolari e disturbi metabolici.

problemi nutrizionali nell’anziano

Numerose indagini alimentari effettuate su soggetti in età avanzata hanno rilevato che spesso l’anziano non si nutre in modo adeguato al suo stato di salute e segue una dieta monotona, poco varia: verdura e frutta essenzialmente cotte, molto vino, poco latte, cibi esageratamente salati, niente uova, un solo tipo di carne, troppi condimenti.

Queste diete limitate sono aggravate di solito da una dentizione imperfetta che crea problemi di masticazione e di inappetenza. L’inappetenza, a sua volta, può essere aggravata dallo stato di solitudine in cui vivono spesso i soggetti anziani, che può portare come conseguenza opposta un’esagerata richiesta di cibi ricchi di carboidrati: pasta, riso, dolci (sia per un compenso psicologico sia per la loro facilità di preparazione).

A causa di questi errori alimentari protratti, spesso si verificano casi di malnutrizione con perdita di peso (che diventa significativa quando il calo supera il 10% nell’arco di sei mesi), astenia, scarsa resistenza alle infezioni.

Ci sono anche casi opposti con diete ipercaloriche associate a disordini digestivi, turbe della glicemia, sovrappeso, accentuazione dei disturbi cardiovascolari.

regime nutrizionale nell’anziano

Quale che sia il caso diagnosticato, particolari aspetti fisici e psichici della terza età nell’anziano consigliano una strategia di intervento “morbida”, volta a razionalizzare piuttosto che a modificare radicalmente il regime nutrizionale. Il fabbisogno calorico tende a diminuire nell’anziano per effetto della riduzione dell’attività fisica e della muscolatura quindi avrà bisogno di mangiare meno di quello che mangiava in età adulta per mantenere il giusto peso.

Mediamente per un anziano normopeso con moderata attività fisica sono necessarie e sufficienti 1700 -2000 kcal, meno di 1700 kcal se si stratta di donne e di soggetti molto anziani e sedentari, e fino a 2400 kcal se si stratta di uomini non molto anziani e con buona attività fisica oppure di soggetti sottopeso.

È molto importante garantire l’adeguato fabbisogno proteico (0.8 gr prot/Kg/peso corporeo):  ovviamente le proteine devono essere di elevato valore biologico, cioè facilmente assorbibili dall’organismo, per cui si può ricorrere alla carne tritata e a quella di animali giovani (pollo, coniglio, tacchino), al pesce (anche surgelato) particolarmente indicato per la tenerezza del tessuto connettivo e per la presenza di acidi grassi omega-3, utili per combattere la patologia aterosclerotica. Il consumo di pesce viene raccomandato almeno tre volte alla settimana.

La quota lipidica non dovrebbe superare il 30% delle calorie totali (rapporto di acidi grassi saturi/monoinsaturi/polinsaturi pari a 1 e colesterolo non superiore a 300-400 mg/die).

Per condire e cucinare è consigliabile l’olio extravergine di oliva (possibilmente crudo) per la presenza di acido oleico (monoinsaturo), di antiossidanti naturali come la vitamina E e per la buona digeribilità.

La quota glicidica va compresa tra il 50% e il 55% delle calorie totali, e in questo totale i glicidi semplici non devono superare il 15-20% per non provocare sbalzi nella glicemia (in genere non oltre i 20 g di saccarosio/die).

Nell’alimentazione dell’anziano l’apporto dietetico di fibre (25-30 g/die) va ottenuto attraverso il consumo di pane, pasta, legumi, frutta e verdura. Se la quantità aumenta (per ridurre i problemi di stipsi) può provocare, come effetto indesiderato, un’aumentata perdita di principi nutritivi.

idratazione e micronutrienti nell’alimentazione dell’anziano

In genere l’anziano tende a bere poco, per via di una diminuita sensibilità allo stimolo della sete. In particolari condizioni (febbre, terapie diuretiche, sudorazioni eccessive) il contenuto idrico viene ulteriormente impoverito. Giornalmente un soggetto di 60-65 anni dovrebbe introdurre 30-35 ml/kg di peso corporeo di acqua, sia nella sua forma classica che attraverso gli alimenti. L’anziano deve essere sollecitato all’introduzione di liquidi (oltre all’acqua durante i pasti, al mattino a digiuno e a metà pomeriggio sono consigliate minestre in brodo, spremute di agrumi, tè, camomilla, tisane, un bicchiere di vino ai pasti principali) sia per rimediare alla naturale disidratazione dei tessuti, sia perché il ricambio idrico facilita l’eliminazione delle scorie.

Nell’alimentazione dell’anziano il latte va gustato parzialmente scremato (preferibilmente pastorizzato piuttosto che sterilizzato) facendo attenzione alla tolleranza, soprattutto per coloro che nel corso degli anni hanno trascurato questo alimento. L’apparato gastroenterico non abituato a utilizzare il lattosio (lo zucchero del latte) può reagire con dolori e spasmi. Per garantire un adeguato apporto di calcio (indispensabile per combattere l’osteoporosi) si può ricorrere al latte privo di lattosio, allo yogurt, ai formaggi.

Con l’avanzare dell’età il fabbisogno vitaminico nell’alimentazione dell’anziano non scende, però bisogna tenere sotto controllo l’eventuale alterazione dell’assorbimento intestinale, possibili errori alimentari e che frequentemente può verificarsi una carenza di vitamina D per ridotta esposizione alla luce solare. Il fabbisogno di vitamine e sali minerali può essere assicurato aiutando gli anziani a cucinare tutti i giorni (piuttosto che lasciare che utilizzino piatti riscaldati), a consumare frutta e verdura fresca, a ridurre l’uso di cibi conservati, precotti e inscatolati. Il fabbisogno calorico totale va suddiviso in 4-5 piccoli pasti per non sovraccaricare la digestione.

consigli per una corretta alimentazione dell’anziano

  • Mangiare variato con pasti leggeri e frequenti;
  • non saltare mai la prima colazione;
  • masticare con cura gli alimenti;
  • una tazza di latte o una minestrina, come cena, non assicurano un adeguato apporto di energia e nutrienti;
  • cucinare in modo semplice senza eccedere con condimenti grassi, sale e salse;
  • mangiare tutti i giorni cereali (pane, pasta, riso, crackers, polenta);
  • contenere la quantità di zucchero e limitare le bevande zuccherate;
  • mangiare tutti i giorni verdure, crude o cotte, e almeno un frutto di stagione ben maturo;
  • bere acqua frequentemente durante il giorno, anche se non si avverte lo stimolo della sete;
  • gustare bevande alcoliche a bassa gradazione (vino, birra) moderatamente e durante i pasti;
  • utilizzare integratori solo a giudizio del medico;
  • consumare dolci con parsimonia;
  • è preferibile mangiare in compagnia.

La dieta per il soggetto anziano si prefigge il rallentamento dei processi involutivi legati al senescenza attraverso un adeguato apporto nutrizionale.
L’obiettivo primario è la somministrazione degli alimenti che prevengono le cause dell’invecchiamento e che compensano il ridotto apporto dei nutrienti o i fenomeni da malassorbimento dovuti alle malattie croniche , ai disturbi iatrogenici, e agli interventi chirurgici.

Gli obiettivi intermedi sono rappresentati dai correttivi dietetici per il contenimento delle rapide modificazioni ponderali: prevenzione del sovrappeso e sottopeso e degli eventuali stati di sottonutrizione.
È sempre importante variare la qualità degli alimenti utilizzando tutti i cibi dei gruppi nutrizionali.

Qui riporto un esempio di dieta giornaliera di circa 1800 Kcal.

COLAZIONE
• 200 ml di latte parzialmente scremato
• 30 g di biscotti comuni

SPUNTINO
• 200 g di pere cotte

PRANZO
• 40 g di risotto con zucca
• 100 g di fesa di tacchino arrosto
• 140 g di carote brasate
• 45 g di pane
• 130 ml di vino rosso
• 240 di mela

CENA
• 60 g di maccheroncini ai broccoletti
• 60 g di mortadella
• 140 g barbabietole in insalata

30 g di olio di oliva da distribuire nei pasti della giornata

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