GLI INTEGRATORI

Quello degli integratori è un mercato che non conosce crisi: secondo una ricerca di Gfk Eurisco (http://www.ewgf.eu/gfk-eurisko) gli integratori sono la seconda categoria di prodotti che in farmacia risultano più venduti dopo il farmaco da prescrizione.
Sempre secondo questa ricerca, quasi 2 milioni di individui hanno iniziato a dedicarsi attivamente alla promozione del proprio benessere, e se correttamente supportati, questo potrebbe tradursi in un significativo risparmio per il servizio sanitario nazionale.
Tre italiani su quattro hanno utilizzato almeno un integratore nell’ultimo anno, con approccio e logiche di utilizzo decisamente differenziate, che vanno dalla promozione del benessere gastrointestinale, cardiovascolare e osteoarticolare al recupero di tono e energia.
Probiotici, sali minerali, i tonici, ipocolesterolemizzanti, multivitaminici, multiminerali, gli integratori per la funzione intestinali, i prodotti per la tosse, i venotonici e gli integratori per le articolazioni restano gli integratori più venduti in farmacia.
I problemi che maggiormente spingono il consumatore a rivolgersi al farmacista sono: disturbi da raffreddamento (38%), problemi di capelli (32%), disturbi del sonno (30%), recupero di tono e di energia (28%), utilizzo di vitamine e di sali minerali (25%).
Circa i 2/3 dei medici di medicina generale, e quasi la metà degli specialisti, consiglia abitualmente integratori e le principali aree di consiglio sono quella dei disturbi intestinali, del controllo del colesterolo, dei disturbi del sonno, dei disturbi dell’apparato gastro-urinario, delle difese immunitarie, del tono e del rinforzo, dell’affaticamento fisico e mentale.
Il loro utilizzo può apportare numerosi benefici ma è opportuno sceglierli consapevolmente per non correre il rischio di assumere prodotti inutili o inadatti a soddisfare le esigenze che hanno condotto al loro acquisto.
L’integratore deve quindi garantire la sicurezza d’uso, spiegare chiaramente le funzioni e le modalità d’uso.
Questi due punti sono molto importanti perché rappresentano un’indicazione essenziale per agevolare i consumatori nella scelta innanzi all’ampia offerta di prodotti disponibili in commercio in funzione delle specifiche esigenze individuali.

COSA SI INTENDE PER INTEGRATORE

La direttiva europea 2002/46/CE e il suo recepimento in Italia
Il settore degli integratori alimentari è regolamentato a livello europeo dalla direttiva 2002/46/CE del 10 giugno 2002, nata con lo scopo sia di assicurare un elevato livello di tutela della salute pubblica, sia una circolazione libera di questi prodotti all’interno dell’Unione Europea, garantendo che gli integratori abbiano un’etichettatura adeguata e appropriata.
Secondo la direttiva per integratori alimentari si intendono “prodotti alimentari destinati ad integrare la Dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali vitamine e minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che pluricomposti”. Sono presentati in forma di tavolette, capsule, compresse, bustine di polveri, fiale di liquidi, flaconcini e flaconi a contagocce ed altre forme similari di liquidi e polveri per fornire un apporto predefinito di nutrienti e/o sostanze ad effetto fisiologico.
Due sono gli elementi che risultano di massima rilevanza ai fini di una definizione del settore. In primo luogo la definizione di integratore, dove emergono quattro punti salienti:
gli integratori alimentari sono alimenti e quindi regolamentati come tali e perciò soggetti a tutte le regole e norme applicabili agli alimenti;
lo scopo di questi prodotti è di supplementare, integrare la Dieta normale;
gli integratori alimentari sono fonti concentrati di nutrienti o altre sostanze con effetto nutrizionale (ad esempio vitamine, minerali ecc.) o fisiologico (ad esempio estratti vegetali), da soli o in combinazione;
gli integratori vengono commercializzati in forme predosate, e cioè pianificati per essere assunti in piccole quantità misurabili e misurate.
In secondo luogo perché riconosce il possibile ruolo fisiologico degli integratori(inteso come un effetto “salutistico” volto a contribuire specificamente al benessere dell’organismo su base non nutrizionale, senza obiettivi di cura) e perché allarga il quadro dei componenti dalle vitamine/minerali ad una più vasta gamma che comprende anche determinati derivati vegetali. Non a caso infatti la direttiva include il seguente punto: “esiste un’ampia gamma di sostanze nutritive e di altri elementi che possono far parte della composizione degli integratori alimentari, ed in particolare, ma non in via esclusiva vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi, fibre ed estratti di origine vegetale”.
In Italia la normativa è stata recepita e attuata con il decreto legislativo n. 169 del 21 maggio 2004, che ha normalizzato il ruolo e la finalizzazione degli integratori alimentari parallelamente alla profonda evoluzione che si è andata affermando al riguardo.
Secondo la definizione adottata nel recepimento della direttiva europea, gli integratori sono “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune Dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali vitamine e minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate” (DLG 21 maggio 2004 n. 169 art. 2).

ETICHETTATURA

Per quanto riguarda l’etichettatura deve essere chiara e trasparente; norme regolatorie sono previste nel decreto 169 e altre sono state aggiunte dal Ministero della Salute sotto forma di circolari. Sulle problematiche ascrivibili alla possibilità di reazioni avverse, non contemplate nelle informazioni contenute nell’etichettatura, esistono indicazioni precise del Ministero che, per determinate tipologie di erbe, prevedono che chi le commercia riporti delle avvertenze particolari.
Nelle Linee Guida si afferma infatti che “nell’ambito della sorveglianza post marketing, per elevare il livello di tutela della salute, è opportuno che le imprese segnalino al Ministero della Salute, qualora ne venissero a conoscenza, eventuali costituenti responsabili di reazioni avverse o di possibili interazioni con farmaci di rilevanza tossicologica”

INTEGRATORI PIU’ COMUNI

PROBIOTICI

Un particolare riguardo è rivolto ai prodotti che affermano di riequilibrare la flora batterica intestinale. Infatti, il Ministero della Sanità ha recentemente redatto delle specifiche linee guida sui probiotici, per ridefinire le caratteristiche e le indicazioni che questi prodotti devono avere per poter dichiarare in etichetta il beneficio. Essi devono possedere i seguenti requisiti:
contenere microrganismi utilizzati tradizionalmente per integrare la microfibra intestinale dell’uomo;
essere considerati sicuri ed essere attivi a livello intestinale in quantità tale da moltiplicarsi nell’intestino;
la porzione di prodotto raccomandata per il consumo giornaliero deve contenere una quantità di cellule vive pari a 109 per almeno uno dei ceppi presenti nel prodotto e deve essere indicata in etichetta per ogni ceppo.
Sul fronte dei prebiotici le linee guida ribadiscono due requisiti fondamentali:
la sicurezza per l’uomo sulla base della tradizione d’uso
la quantità di assunzione giornaliera che deve essere plausibile per svolgere un effetto “prebiotico” secondo le evidenze scientifiche disponibili.

ANTIOSSIDANTI E ANTIAGING

Gli integratori che appartengono alla categoria “antiossidanti e antiaging” la cui efficacia è stata clinicamente testata, sono i seguenti:

Estratto di Polypodium Leucotomos: fotoprotettore.
Protegge contro i danni e le macchie solari e lassità cutanea.
Uno studio pubblicato nella rivista Journal of Photochemistry and Photobiology ha dimostrato che questo estratto aiuta a preservare i fibroblasti della cute, i responsabili della produzione di collagene e del mantenimento della tonicità della pelle.  Inoltre una recente ricerca su  International Journal of Dermatology suggerisce che tale pianta possa prevenire i danni solari, riducendo anche il rischio di cancro cutaneo.
Dose raccomandata: 500 mg prima della esposizione solare

Vitamina C
Protegge contro: rughe e pelle poco luminosa
La vitamina C come integratore o in applicazione topica si è dimostrata utile nel ridurre lo stress ossidativo cellulare ed aiutare il normale turnover cellulare. La supplementazione di vitamina C  aiuta la rigenerazione cellulare cutanea, rendendo la pelle più sana e luminosa.
Dose raccomandata: 100 mg al giorno.

Vitamina E
Protegge contro: danni cutanei ambientali e pelle ipotonica
Ricerche dimostrano che la vitamina E  ha proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti. Entrambi i fattori sono importanti nella rigenerazione delle cute. La vitamina E può proteggere dai danni cutanei, da radiazioni ultraviolette e danni ambientali come l’inquinamento.
Dose raccomandata: 200 IU al giorno.

Glucosammina
Protegge dalla microrugosità e dalla lassità cutanea.
Uno studio pubblicato in Journal of Dermatologic Treatment ha dimostrato che l’assunzione di Glucosammina puo’ portare ad una riduzione della microrugosità fino al 34%.  Inoltre una revisione sistematica della letteratura in The Journal of Cosmetic Dermatology suggerisce che la glucosammina accelera il processo di guarigione delle ferite, migliora l’idratazione cutanea e diminuisce la ‘rugosita’ attraverso una migliore produzione di acido ialuronico.
Dose raccomandata: 1,500 mg al giorno.

Coenzima Q10
Ottimo anti rughe, analogamente alle vitamine C ed E, il coenzima Q10 è un nutriente che può contribuire all’aspetto sano della pelle. Come altri antiossidanti aiuta il turnover cellulare e riduce il danno cutaneo.
Dose raccomandata: 200 mg al giorno.

Collagene
Due recenti studi in Skin Pharmacology and Physiology su un totale di 183 donne dimostrano che l’assunzione giornaliera di un nuovo collagene idrolizzato è in grado di migliorare l’elasticità cutanea e ridurre di circa il 20% le rughe perioculari dopo solo 8 settimane dall’inizio del trattamento.
Dose raccomandata: 2,5-5g al giorno.

Gli omega 3
Il cervello è costituito dal 20% di acidi grassi essenziali. Si tratta di grassi polinsaturi, quindi fluidi, che conferiscono alle membrane dei neuroni lo spessore e la flessibilità necessari per favorire lo scambio di informazioni. Per un buon funzionamento cerebrale, gli acidi grassi devono rispettare una corretta proporzione tra gli omega 6 e gli omega 3. Questo è sufficientemente complicato poiché la quantità di omega 6, presente nel cibo, è maggiore rispetto a quella di omega 3 e, più si invecchia, più aumenta il rischio di sviluppare disturbi cognitivi. Secondo uno studio pubblicato nel 2003, le persone che consumavano almeno una volta alla settimana del pesce ricco di DHA, un omega 3, hanno ridotto del 60% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Secondo quanto emerso da un altro studio, il consumo di DHA, un precursore degli omega 3 presente nel pesce, consente di preservare le funzioni cognitive. 
Gli omega tre possono aiutarti a tenere in allenamento la memoria, la concentrazione e il capitale cerebrale.

Chitosano
E’ il protagonista di un’impennata delle vendite, in concomitanza dell’avvicinarsi dell’estate, è il chitosano.
A questo composto si attribuisce la capacità di ridurre lo stimolo della fame l’assorbimento intestinale di colesterolo e trigliceridi ricoprendo così un ruolo fondamentale nella prevenzione delle sindromi dismetaboliche.
Questo polisaccaride catonico, prodotto dalla deacetilazione del biopolimero chitina (sostanza che si ricava dal guscio dei crostacei come gamberi, aragoste, granchi, o dalla parete cellulare dei funghi) lega selettivamente i grassi carichi negativamente e ne riduce l’assorbimento gastrointestinale e ne promuove l’eliminazione fecale.
La sua capacità di sequestrare i grassi alimentari nell’apparato digerente lo ha trasformato in uno degli integratori dietetici maggiormente utilizzati del momento.
I trial clinici effettuati per valutarne l’efficacia hanno riportato, però, risultati poco convincenti e discordanti tra loro.
Un recente studio clinico pubblicato sul Nutrition Journal, ha evidenziato la sicurezza e l’efficacia del chiosano nel ridurre il peso corporeo medio, la massa grassa, il grasso viscerale e i livelli di emoglobina glicata.
Per riscontrare una diminuzione del peso corporeo è, però indispensabile, in associazione con l’assunzione del chiosano, intraprendere una dieta ipocalorica.
Un’altra considerazione opportuna concerne la falsa credenza che il chitosano sia privo di effetti collaterali e controindicazioni. Il fatto di essere “naturale” non lo esula infatti, come molte altre sostanze naturali, dall’avere delle controindicazioni e dal non poter esser assunto a proprio piacimento. L’uso prolungato del chitosano espone il paziente a un aumentato rischio di insorgenza di effetti collaterali quali: disturbi gastrointestinali, costipazione, flatulenze e riduzione dell’assorbimento di minerali, acidi grassi essenziali (omega-3 omega-6) e vitamine liposolubili (A E K D) determinando carenze nutrizionali.
Se assunto in dosaggi elevati potrebbe, inoltre, interferire con l’assorbimento e conseguentemente con l’efficacia farmaceutica di alcuni farmaci come gli antidiabetici, gli ipocolesterolemizzanti, gli anticoagulanti e la digossina.
Il chitosano, essendo, come abbiamo detto, un prodotto derivante dai crostacei, è assolutamente controindicato in pazienti predisposti o allergici ai frutti di mare ed è sconsigliato ai soggetti con particolari allergie alimentari al pesce e ai prodotti marini in genere, alle donne in gravidanza e durante l’allattamento. L’Efsa (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) non ha trovato alcuna relazione di causa effetto tra l’utilizzo di chitosano e la perdita di peso senza l’abbinamento di una dieta e ha negato l’autorizzazione alle ditte produttrici di apporre sulle confezioni l’etichetta “riduce il peso corporeo”.
Concludendo: se gli integratori sono importantissimi nel prevenire patologie croniche e apportare benefici di varia natura è altrettanto essenziale sceglierli con cognizione e seguire le indicazioni dei medici che li hanno prescritti.

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