La vitamina E
Per il nostro benessere fisico e mentale bisogna non avere carenza alimentare di vitamina E.
Per vitamina E si intende, in senso ampio, un gruppo di vitamine liposolubili composto da otto varianti (i tocotrienoli α, β, γ e δ e i tocoferoli α, β, γ e δ). Il tipo più diffuso e con maggior valore biologico è il tocoferolo α.
Il tocoferolo si trova in abbondanza negli oli vegetali (d’oliva e di semi), nella frutta secca, nell’avocado, nei pistacchi e nei latticini derivati da latte vaccino. La cottura o anche solo il contatto con l’aria di alcuni cibi può ridurla drasticamente.
Queste sostanze sono essenziali per il sano sviluppo dell’organismo, in particolare per la salute della pelle e degli occhi grazie al loro alto contenuto di antiossidanti. Di entrambi prevengono l’invecchiamento e i danni dello stress da ossidazione causata dai radicali liberi. Sono utili anche per controllare il livello del colesterolo, prevenire coaguli nel sangue e altri fattori di rischio cardiovascolare. Anche le malattie cognitive, come l’Alzheimer, sono almeno parzialmente prevenute da questa vitamina, pertanto è particolarmente importante mantenerne stabili i valori nei pazienti anziani.
È stato dimostrato che all’incirca il 75% degli anziani presentano bassi livelli di vitamina E, principalmente a causa di un malassorbimento intestinale, di infiammazioni croniche e di deficit immunitari.
Questa condizione li espone, oltre al già citato rischio di Alzheimer, anche a quello di osteoporosi e fratture e di indebolimento muscolare.
Per mantenere il paziente anziano in buona salute sia mentale che fisica risulta quindi essenziale assicurarsi che la sua dieta sia ricca di cibi contenenti vitamina E sufficiente da contrastare l’ossidazione dei tessuti, senza però eccedere con le dosi.
Quantità troppo elevate di questa sostanza possono infatti avere degli effetti collaterali, come sanguinamenti o ictus emorragici; questi disturbi però si presentano principalmente nel caso vengano assunti integratori.
Una dieta varia ed equilibrata, al contrario, non dovrebbe creare problemi pur dispiegando appieno il suo potenziale benefico.