Lo stigma dell’obesità tra i bambini

Un terzo dei bambini e dei ragazzi tra i 2 e i 19 anni nei paesi sviluppati soffre di obesità e sovrappeso, e questo numero può raddoppiare all’interno di comunità meno agevolate economicamente. Un bambino su 5 è obeso, con l’alta probabilità che questa condizione diventi cronica.
Oltre al fardello di un tale disturbo medico, i bambini sovrappeso devono spesso affrontare stigma e discriminazioni, sotto forma di bullismo, provocazioni e vittimizzazione, da parte dei loro pari, degli educatori, dei media, dei genitori e del sistema sanitario, con effetti deleteri sullo stato di salute mentale e fisica e sulla qualità della vita presente e futura.

A scuola
Stigma e bullismo sono un problema diffuso soprattutto in ambiente scolastico, superiore per incidenza e gravità anche alle forme di bullismo rivolte al sesso, alle preferenze sessuali e alla provenienza sociale. Può manifestarsi sul piano fisico, relazionale, sociale, verbale o tramite internet.
Oltre al bullismo da parte dei pari, i bambini possono subire discriminazioni da parte degli educatori che spesso hanno minori aspettative fisiche, sociali e accademiche rispetto a quelle che hanno per i coetanei normopeso.

Tramite media
Le rappresentazioni mediatiche dei bambini con peso in eccesso sono dannose e stigmatizzanti, caratterizzate come aggressive, impopolari, cattive, pigre, poco intelligenti e sane, spesso oggetto di ridicolo da parte dei protagonisti magri, gentili, popolari e attraenti. D’altra parte, gli stessi media promuovono il consumo di cibi poco sani e presentano frutta e verdura come scelte poco gradite. Il problema si complica se consideriamo il tempo che i bambini passano davanti alla tv.

In famiglia
La famiglia è la principale origine dello stigma sul peso, con conseguenze psicologiche negative a lungo termine che si protraggono anche in età adulta.

Nel sistema sanitario
Medici, infermieri, psicologi e dietisti possono avere un atteggiamento giudicante nei confronti dei pazienti sovrappeso, con riluttanze nel praticare esami di screening, diagnosticando condizioni psicologiche peggiori di quelle che in realtà sono e fornendo prognosi più negative rispetto a quelle dei pazienti normopeso. Spesso manca una formazione di base che permetta di trattare con pazienti sovrappeso con la dovuta sensibilità e conoscenze. Questo porta ad appuntamenti cancellati o saltati, anche quando si tratta di esami e trattamenti importanti: nel caso dei bambini questo può comportare gravi conseguenze per la salute.

 

I bambini che hanno subito bullismo internalizzano il giudizio negativo rivolgendolo talvolta verso se stessi: in questi casi il rischio di malattie metaboliche è più alto, così come i casi di bassa autostima e alimentazione emozionale e incontrollata, che porta a cronicizzare il sovrappeso anche in età adulta.
I genitori dovrebbero prestare attenzione ai segnali che indicano che il bambino è vittima di bullismo, come il rifiuto di andare a scuola o prendere i mezzi, calo dei voti, interruzione di attività sportive, capricci, dolori alla testa o allo stomaco, difficoltà nel sonno. Molti bambini tengono nascosto quello che sta succedendo loro per paura della reazione dei bulli o per vergogna.

Viste le numerose conseguenze fisiche e mentali dello stigma sul peso, è importante istruire i professionisti della sanità ad essere più sensibili nel gestire i casi di sovrappeso infantile. Nello specifico è possibile:

  • Approfondire lo studio dell’argomento
  • Approfondire i meccanismi dello stigma sul peso e del bullismo
  • Interrogarsi sulla presenza di eventuali comportamenti e pensieri discriminatori e superarli con consapevolezza e compassione. Rimproveri e vergogna sono infatti deleteri, piuttosto che motivazionali
  • Creare relazioni aperte e sicure con le famiglie e i bambini affetti da obesità, che devono sentirsi liberi di esprimersi senza paura di giudizio o ridicolo, ma sapendo di incontrare una risposta sensibile e produttiva
  • Imparare il linguaggio adatto per rivolgersi ai bambini e alle famiglie interessati dal sovrappeso, con rispetto e sensibilità e mettendo la persona prima della malattia
  • Informarsi su eventuali episodi di bullismo, enfatizzando che si tratta di un comportamento negativo di cui la vittima non deve vergognarsi.
  • Insegnare ai genitori a parlare ai loro bambini del peso in modo positivo, concentrandosi sui sentimenti dei figli piuttosto che sul dar loro lezioni, e fornendo loro strumenti educativi e facile accesso a consulti specialistici e trattamenti
  • Confrontarsi con i colleghi condividendo le rispettive esperienze
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